La gomma
La parola gomma ha origini antiche, infatti deriva dal termine tardo latino gumma, che a sua volta ha origini dalla parola greca kómmi derivata a sua volta dalla parola egiziana kami.
La gomma per cancellare, rappresenta uno degli strumenti essenziali per un disegnatore. Tutti la conosciamo e la usiamo. Si tratta di un oggetto realizzato in gomma naturale o sintetica la cui funzione è quella di rimuovere meccanicamente attraverso lo strofinio, inchiostri o tratti di grafite dal foglio da disegno o da altri supporti per scrittura.
La storia della gomma naturale risale a parecchi secoli fa. La materia prima, il lattice, è ricavata da un vegetale chiamato l’albero della gomma, che secerne questo liquido spontaneamente. I primi utilizzi del lattice si devono agli indigeni del Sudamerica, che lo chiamarono cahuchu (legno piangente), da cui è stata tratta la parola comune, caucciù.
L’uso dello strumento gomma come oggi lo conosciamo, è abbastanza recente, ma i problemi di cancellatura nel passato venivano affrontati e risolti in differenti modi; gli egizi, per esempio, eliminavano i geroglifici errati a colpi di scalpello, mentre le iscrizioni sbagliate sui fogli di papiro venivano raschiate con pietra pomice. Con l’avvento della carta i metodi si fecero più raffinati con l’uso di raschietti affilati o con mollica di pane sfruttando la sua capacità assorbente.
La gomma come oggi la conosciamo risale al 1770 quando il chimico inglese Joseph Priestley scoprì il caucciù in America del Sud. Nel 1839 l’invenzione della vulcanizzazione permise di migliorare enormemente le proprietà della gomma e nel 1858 all’ingegno di Imeneo Lipman si deve l’uso del gommino montato sulla matita.
La preparazione della miscela avviene tritando e impastando a temperatura ambiente la gomma naturale. La temperatura viene aumentata gradualmente e il mescolamento viene realizzato a caldo fino al raggiungimento della consistenza desiderata. Durante la miscelazione, vengono aggiunti diversi prodotti additivi: piccole quantità di olio minerale o vegetale per favorire la miscelazione, zolfo e altri agenti vulcanizzanti, plastificanti, antiossidanti, e pigmenti. La gomma è quindi colata in uno stampo oppure estrusa per assumere la forma desiderata. Viene, infine, sottoposta a temperature e pressioni elevate e, tagliata nella forma finale.
Ne esistono diversi tipi in base alla consistenza della mescola per cui avremo:
Gomme a mescola morbidissima o gommapane, formate da un materiale plasmabile simile allo stucco. E’ generalmente di colore bianco-grigio anche se è possibile trovarla di altri colori. Lavora “assorbendo” le particelle di grafite e carboncino.
A differenza delle altre gomme per cancellare, non si consuma e non perde pezzi, per cui ha una durata maggiore. La sua plasmabilità e formabilità la rende idonea a cancellature di precisione ma è inadatta per il disegno tecnico in quando assorbendo la grafite, dopo poco diventa incapace di assorbirne altra e la rilascerà macchiando il foglio. E’ formata con oli di origine vegetali vulcanizzati, pomice in polvere, carbonato di calcio e altri componenti minori.
Gomme a mescola morbida è fatta di caucciù o di gomme sintetiche. Contiene polveri abrasive, come il carbonato di calcio e altre sostanze che servono a darle la giusta consistenza affinché, quando viene sfregata, si consumi eliminando anche la scrittura cancellata, che altrimenti rimarrebbe attaccata alla gomma stessa. In alcuni casi viene utilizzata montandola su un supporto metallico in testa alle matite detto portagomme. Si usa una miscela chiamata TPE (elastomeri termoplastici) che per l’elevata elasticità, è indicata per rimuovere tratti a matita, penna a sfera, scrittura dattilografica, inchiostro stilografico e china.
Gomme a mescola dura o abrasiva, serveno per cancellare i segni di penna o inchiostro. Sono fatte con una mescola più dura che risulta essere maggiormente abrasiva sulla superficie su cui viene sfregata. Si aggiungono per ottenere questo effetto polvere di pomice o polvere di vetro alla miscela.
Gomme estremamente abrasive a rondella ottagonale, ormai quasi in disuso, visto l’avvento del computer. Vantava una mescola molto dura che la rendeva altamente abrasiva; in pratica rimuoveva una parte del foglio insieme al tratto impresso dalla macchina per scrivere.
L’avvento del correttore a “bianchetto” e dei correttori a nastro, legati anche all’uso sempre più diffuso del computer, hanno ridotto notevolmente l’impiego di questo strumento.
Pur non essendo delle gomme, svolgono la stessa funzione.