
Giornata mondiale della password: per educare alla sicurezza digitale
In un mondo in cui ogni giorno condividiamo informazioni personali, scolastiche e professionali online, il tema della sicurezza digitale non è più solo una questione tecnica. È un’urgenza educativa.
La scuola è chiamata a formare cittadini e cittadine digitali consapevoli, capaci di proteggere la propria identità e affrontare con spirito critico i rischi della rete.
Una ricorrenza come la Giornata mondiale della password, celebrata ogni anno il primo giovedì di maggio, diventa così un’occasione concreta per affrontare questi temi in classe, soprattutto nell’insegnamento della Tecnologia.
Perché esiste una Giornata dedicata alle password?
Istituita nel 2013 da Intel Security, divisione dell’azienda americana Intel dedicata alla sicurezza informatica (oggi nota come McAfee), questa giornata nasce per sensibilizzare sull’importanza di scegliere password sicure e imparare a gestirle correttamente. Negli anni, con l’evolversi delle minacce informatiche, l’attenzione si è estesa anche a soluzioni più avanzate come le passkey (chiavi di accesso biometriche o digitali), ormai adottate da giganti come Apple, Google e Amazon.
Durante questa giornata, aziende e organizzazioni offrono risorse, strumenti e consigli pratici per aiutare le persone — soprattutto i più giovani — a navigare con consapevolezza e proteggere i propri dati personali.
I pericoli più comuni per la sicurezza online
Oggi le minacce digitali sono sempre più sofisticate, ma spesso fanno leva su un fattore molto umano: la nostra distrazione.
Conoscere i principali metodi usati dai cybercriminali è il primo passo per proteggersi.
Eccone alcuni:
- Phishing – Email o messaggi ingannevoli che imitano enti affidabili per carpire dati sensibili.
- Forza bruta – Tentativi automatizzati di indovinare le password. Una password debole può essere violata in pochi secondi!
- Credential stuffing – Attacchi che sfruttano password già rubate e riutilizzate su più siti.
- Malware e keylogger – Software dannosi che registrano tutto ciò che digiti, incluse le password.
- Man-in-the-middle – Attacchi che intercettano le comunicazioni su reti Wi-Fi pubbliche.
- Trojan – Programmi che sembrano legittimi, ma consentono il controllo da remoto del dispositivo.
- Ingegneria sociale avanzata – Come il vishing (truffe telefoniche) o lo smishing (SMS truffaldini).
- App false e siti clonati – Falsi software o pagine web che imitano i servizi reali.
- Estensioni malevole del browser – Che raccolgono dati e password a tua insaputa.
- Attacchi basati su AI – Che sfruttano l’intelligenza artificiale per simulare comportamenti umani e aggirare i controlli.
Strategie per proteggersi (e da insegnare a scuola)
Ecco alcune buone pratiche che ogni studente — e ogni utente del web — dovrebbe conoscere e mettere in atto:
- Creare password uniche e complesse
Una password forte è la prima linea di difesa. È fondamentale creare password lunghe (almeno 12 caratteri) che combinino lettere maiuscole e minuscole, numeri e simboli. Evitare parole comuni o sequenze prevedibili riduce il rischio di violazioni. - Attivare l’autenticazione a due fattori (2FA)
La 2FA aggiunge un livello di sicurezza richiedendo un secondo elemento di verifica. Un codice temporaneo viene inviato tramite SMS, email o un'app (come Google Authenticator). In questo modo, anche se la password viene sottratta, l’accesso sarà comunque bloccato. - Usare password manager
I password manager aiutano a generare, memorizzare e gestire password complesse e uniche per ogni account, riducendo la tentazione di riutilizzare le stesse credenziali. Questi strumenti criptano le informazioni per proteggere l’archivio delle password dell’utente. - Scegliere servizi che usano la crittografia
La crittografia è il processo che trasforma le informazioni in un codice illeggibile a chi non possiede la “chiave” per decifrarlo. Molti servizi online la utilizzano (ad esempio HTTPS, crittografia end-to-end nelle chat) per proteggere dati durante la trasmissione e l’archiviazione. Gli utenti devono prestare attenzione a utilizzare servizi che garantiscano questi standard. - Sfruttare l’autenticazione biometrica
Sempre più dispositivi permettono l’accesso tramite riconoscimento facciale, impronta digitale o scansione dell’iride. Questi sistemi biometrici, se ben implementati, offrono un alto livello di sicurezza e sono difficili da duplicare. Tuttavia, è importante che siano affiancati da altri livelli di protezione in caso di guasti o furti del dispositivo. - Fare formazione
La formazione continua su pratiche di sicurezza informatica è essenziale. Insegnare a riconoscere tentativi di phishing, ad aggiornare regolarmente le password e a utilizzare correttamente gli strumenti di sicurezza diventa fondamentale nella protezione dei dati personali.
La scuola ha un ruolo decisivo
In un’epoca in cui anche un clic può fare la differenza, la scuola ha il compito di accompagnare studentesse e studenti verso un uso responsabile e sicuro delle tecnologie.
Insegnare a proteggere i dati personali, a riconoscere le minacce, ad adottare buone abitudini digitali significa costruire competenze trasversali che saranno fondamentali per il futuro, non solo scolastico.
Lo sapevi che...
- Il primo a usare una password fu Fernando Corbató del MIT, negli anni '60, per proteggere i sistemi condivisi.
- Le password più diffuse al mondo sono ancora “123456”, “password” e “qwerty”: facili da ricordare, ma altrettanto facili da violare.
- “Password” è paradossalmente una delle parole più comuni… usate proprio come password!