L’inquinamento ambientale è un problema sempre più grande, perché al crescere del benessere e della civiltà, aumentano scarichi, rifiuti e prodotti da smaltire.
Uno di questi, tra i più inquinanti è il petrolio proprio in virtù delle sue caratteristiche. Sempre più spesso a causa del suo sfruttamento si verificano incidenti che riversano nel mare grandi quantità di questo prodotto capace di inquinare permanentemente ampie aree marine compromettendone il delicato equilibrio biologico.
In molti stanno cercando una soluzione a questo difficile problema, ma forse una speranza giunge dall’Argonne National Laboratory dell’Illinois. Qui, i ricercatori hanno sviluppato una schiuma polimerica capace di assorbire il petrolio in quantità enormi, pari a 90 volte il proprio peso. Ma i vantaggi non terminano qui; infatti questa particolare schiuma, si comporta come una spugna e in una seconda fase, strizzandola, è in grado di restituire il greggio assorbito. E’ facile immaginare i vantaggi di tale sistema che consente in maniera efficace di ripulire il mare dagli idrocarburi che lo inquinano e di restituirli perfettamente riutilizzabili in una fase successiva.
Si tratta di una combinazione di sostanze plastiche, poliuretani e poliimmidi, rivestiti da un composto chimico, il silano, che è capace di attirare a sé una quantità di greggio ben specifica. Il vantaggio ulteriore, sta nella possibilità di riutilizzare questa spugna in silano per più volte. Come fanno notare i ricercatori, il comportamento del silano è perfetto in queste situazioni e migliore di altri prodotti. Una carta assorbente da cucina, non è più utilizzabile dopo il suo uso, mentre la spugna in silano può essere strizzata e riutilizzata più volte.
I ricercatori, hanno provato in una piscina per esperimenti l’uso di questa sostanza testando il valore preciso di assorbenza, quello capace di rendere il prodotto perfetto. Infatti, il silano contenuto all’interno della spugna consente di fissare in maniera precisa la quantità di greggio che può assorbire.
Al termine dei test, all’interno di apposite presse, la spugna è stata strizzata restituendo il carico di greggio.
Il prossimo passo fissato dai ricercatori, sarà il test in mare dove le condizioni sono ovviamente diverse da quelle perfette simulate in una piscina.
Immagini da www.un-jour-un-dechet.fr
I contenuti sono a cura di Davide Emanuele Betto.
Laureato in Architettura presso l’Università di Reggio Calabria, ha conseguito il dottorato di ricerca in Metodi di Valutazione presso l’Università di Napoli. Si è abilitato all’insegnamento nella classe di concorso “A033 – Educazione Tecnica nella scuola media” nel 2004 e dal 2007 è docente di ruolo. Insegna a Catania presso la Scuola secondaria di primo grado "Rapisardi-Alighieri".
Appassionato di informatica, che insegna nelle classi 2.0 e 3.0, webmaster per diletto e utilizzatore avanzato di programmi C.A.D., grafica e video produzione è autore del sito didattico di Tecnologia educazionetecnicaonline.com
Per Lattes è autore di Infinito Tecnologico, il corso di Educazione Tecnica per la Scuola secondaria di primo grado.
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