Il traffico urbano e il conseguente innalzamento dei tassi di inquinamento stanno spingendo sempre più società legate all’automotive e all’aviazione a cercare soluzioni innovative, sostenibili e adatte agli spazi urbani.
La notizia è di quelle da prima pagina, ma non giunge inaspettata, visto che da tempo i Paesi sviluppati sono impegnati in una transizione “green” necessaria per migliorare e preservare le condizioni del nostro pianeta. Come è noto buona parte dell’inquinamento dipende dall’autotrazione, dalla quantità immane di autoveicoli e motoveicoli che, nonostante le restrizioni imposte, continuano a immettere anidride carbonica e altre sostanze dannose nell’ambiente.
Si parla sempre più spesso di auto elettriche e di come queste cambieranno il modo di pensare le autovetture. Ma ancor prima che queste si siano affermate sul mercato giunge, da una società olandese, un grande cambiamento capace di avviare una rivoluzione nella rivoluzione.
Frutto di un progetto tutto italiano, Gipave, sviluppata da Interchimica un’azienda bergamasca presente in 90 paesi, in collaborazione con l’università di Milano Bicocca, G.Eco (società di servizi per la raccolta rifiuti) e Directa Plus (azienda specializzata in prodotti a base di grafene) rappresenta il primo sviluppo pratico di un’autostrada sostenibile.
Anche il trasporto ferroviario sta compiendo grandi sforzi per essere più rispettoso dell’ambiente, trovando nuove soluzioni all’avanguardia, maggiormente sostenibili, ma anche capaci di adattarsi agli attuali sistemi di trasporto già in funzione.
Si chiama TERC (Translational Energy Research Centre) ed è uno dei più avanzati centri di ricerca mondiali con sede nell’università di Sheffield, nel Regno Unito. Questo centro si occupa di testare e sviluppare soluzioni per la produzione di energia pulita tramite decarbonizzazione, l’assorbimento dell’anidride carbonica dall’aria, da utilizzare per la produzione di energia a zero emissioni di carbonio.
La fusione nucleare rappresenta, da tempo, il sacro Graal dell’energia: la soluzione ottimale, green, infinita e a basso costo per produrre energia per tutti,con impronta ambientale bassissima.
La Lambretta anni ’50 è un mito del trasporto a due ruote, ed è una delle eccellenze del Made in Italy. Rivale della famosissima Vespa, a condiviso con lei le strade nostrane come mezzo preferito per il trasporto su due ruote da giovani e meno giovani.
Un progetto innovativo che mira alla decarbonizzazione dell’industria energetica nel più breve tempo possibile e capace di contribuire a rendere l’Italia autonoma dal punto di vista energetico è il frutto degli studi e delle innovazioni di Energy Dome, la startup italiana tecnologica di accumulo di energia a lunga durata, vincitrice del concorso tecnologico Bloomberg New Energy Finance Pioneers 2022. Ma di cosa si tratta?
La corsa alla realizzazione di impianti per la produzione di energia green vede tanti Paesi in gara per sfruttare una delle risorse naturali maggiormente disponibili e più facilmente reperibili, ossia il vento.
Uno dei maggiori limiti dei veicoli elettrici, e sicuramente uno dei motivi che ha reso finora difficile la loro affermazione sul mercato, sono i tempi di ricarica e la durata non proprio eccezionale delle batterie e quindi dei chilometri percorribili. Nuove tecnologie, sempre più all’avanguardia e sempre più sostenibili sono in via di sviluppo in tutto il mondo, ma una delle più interessanti arriva proprio dall'Italia.
Toyota Automotive e Woven Planet sono da tempo impegnate nello sviluppo di tecnologie legate all’idrogeno con l’idea di eliminare del tutto il carbonio dal ciclo produttivo. Finora la maggior parte dei problemi sono stati legati ai sistemi di immagazzinamento e di stoccaggio dell’idrogeno, ma il progetto appena presentato dalla società nipponica è ad ampio respiro e mira a superare anche questi limiti.
Molte volte si è affrontato la questione delle batterie per le auto elettriche. I problemi sono sempre gli stessi: la durata e soprattutto i tempi di ricarica.
Sempre in tema di risparmio energetico, di sostenibilità, di miglioramento dell’efficienza energetica, arrivano dall’Unione Europea notizie molto positive. Le vecchie e classiche etichette energetiche, quelle che troviamo applicate su tutti gli elettrodomestici, con le freccine colorate dal rosso al verde e dalla categoria G alla categoria A+++, cambiano completamente per essere integrate e revisionate in base a dei criteri più green.
Tra i dispositivi elettronici più utilizzati a livello mondiale, sicuramente troviamo i nostri amati smartphone, compagni inseparabili di tutte le nostre giornate. L'enorme diffusione di questi dispositivi ha messo in evidenza i grandi problemi legati alla loro sostenibilità. Proprio per far chiarezza in merito e rendere i consumatori più edotti e consapevoli, sono già state introdotte in Europa le nuoveetichette energetiche per la classificazione degli elettrodomestici.
Uno dei temi maggiormente dibattuti negli ultimi anni è quello relativo all’inquinamento, ai cambiamenti climatici e agli strumenti idonei a rendere i nostri processi produttivi e di trasformazione maggiormente green e compatibili con l’ambiente.
Va in questa direzione una delle tecnologie più promettenti degli ultimi tempi: denominata DAC (Direct Air Capture), è una tecnica che mira ad assorbire l’anidride carbonica presente nell’aria indipendentemente dalla sua origine.
Abbiamo già parlato di questa tecnologia (DAC: DIRECT AIR CAPTURING e DIRECT AIR CAPTUR PER L’AVAZIONE) che di fatto è basata su un concetto molto semplice: aspirare l’aria atmosferica e, attraverso un sistema di filtraggio, separarla dall’anidride carbonica rilasciando aria purificata. Il residuo di anidride carbonica sottratta viene poi utilizzata in altri processi industriali per la produzione energetica o semplicemente stoccata in modo sicuro.
È stato da poco pubblicato sulla rivista Nature un recente studio, condotto da un consorzio di Università tra le quali Torino, Cambridge in Gran Bretagna, Hong Kong in Cina e Stati Uniti, che va ad implementare questa tecnologia.
I ricercatori del Dipartimento di Chimica UniTO si sono dedicati allo studio di una nuova classe di materiali assorbenti a basso costo definiti “sorbenti-caricati”: delle vere e proprie batterie energetiche che accumulano ioni sulla superficie di carboni attivi. Questi ioni hanno la capacità di catturare l’anidride carbonica presente nell’aria attraverso la formazione di particolari sostanze chimiche note come bi-carbonati.
Tra i vantaggi ottenuti da questi nuovi materiali, oltre al basso costo, c’è la capacità di rilasciare l’anidride carbonica a temperature non superiori a 100 °C e, grazie alla natura conduttiva del carbone, la possibilità di rigenerarla direttamente attraverso un fenomeno (effetto joule) che utilizza l’elettricità ottenuta da fonti rinnovabili.
I nuovi materiali assorbenti hanno tutte le carte in regola per avere un enorme successo: riescono a catturare e rilasciare efficientemente l’anidride carbonica, sono sostenibili energeticamente ed economicamente convenienti.
Mentre si parla sempre più spesso di auto a guida autonoma, al Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, si lavora a una nuova tecnologia in grado di rendere autonome anche le imbarcazioni. Diverse aziende nel mondo, infatti, stanno sviluppando nuove soluzioni per rendere i mezzi navali capaci di prevenire collisioni e navigare in autonomia attraverso l’uso di sensori, telecamere e software di controllo per offrire le migliori condizioni possibili di navigazione in assoluta sicurezza.
Uno degli obiettivi principali fissati a livello europeo per il contenimento delle emissioni di CO2 è la riduzione degli inquinanti prodotti dagli aeromobili. Boeing e Airbus, i due più grandi costruttori mondiali di aeromobili, il primo statunitense, il secondo europeo, stanno lavorando da tempo a nuove soluzioni e tecnologie, oltre che a nuove miscele di carburanti in grado di abbattere drasticamente l’uso degli inquinanti, con l'obiettivo di raggiungere le emissioni zero entro il 2050.
Sostenibilità, risparmio energetico, rispetto dell’ambiente sono oramai un mantra che sentiamo spesso ripetere in ogni luogo e in ogni occasione. L’aver riscontrato che le risorse e le capacità rigenerative del nostro pianeta non sono infinite, ha messo in moto il processo di cambiamento che vediamo concretizzarsi continuamente in molti aspetti della nostra vita, dal modo in cui si produce l’energia, al modo in cui la si utilizza, dalla mobilità alla riciclabilità di ciò che realizziamo e usiamo.
È frutto di un lavoro lungo e complesso, realizzato dall’Università “Martin Lutero” di Halle-Wittenberg e dal Centro per la Ricerca Integrata sulla Biodiversità “Halle-Jena-Leipzig” entrambe in Germania e pubblicato sulla rivista scientifica Nature Ecology and Evolution.
L' autore
I contenuti sono a cura di Davide Emanuele Betto. Laureato in Architettura presso l’Università di Reggio Calabria, ha conseguito il dottorato di ricerca in Metodi di Valutazione presso l’Università di Napoli. Si è abilitato all’insegnamento nella classe di concorso “A033 – Educazione Tecnica nella scuola media” nel 2004 e dal 2007 è docente di ruolo. Insegna a Catania presso la Scuola secondaria di primo grado "Rapisardi-Alighieri". Appassionato di informatica, che insegna nelle classi 2.0 e 3.0, webmaster per diletto e utilizzatore avanzato di programmi C.A.D., grafica e video produzione è autore del sito didattico di Tecnologia educazionetecnicaonline.com Per Lattes è autore di Infinito Tecnologico, il corso di Educazione Tecnica per la Scuola secondaria di primo grado.
Lattes Editori pubblica libri di testo per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Il catalogo offre agli insegnanti e agli studenti titoli sempre aggiornati sull’attività didattica e sulle nuove piattaforme multimediali per la scuola. Un impegno costante per la scuola digitale con particolare attenzione alla didattica inclusiva!