Non tutti sanno che le materie plastiche (con riferimento a quelle sintetiche, ottenute dalla raffinazione del petrolio) una volta aggregate per policondensazione o polimerizzazione, ossia unite in lunghe catene di {tip Polimero::Un polimero (dal greco "che ha molte parti") è una macromolecola, ovvero una molecola dall'elevato peso molecolare, costituita da un gran numero di gruppi molecolari (detti unità ripetitive) uguali o diversi (nei copolimeri), uniti "a catena" mediante la ripetizione dello stesso tipo di legame (covalente).} polimeri{/tip}, danno vita a due tipi di sostanze denominate termoplastiche e termoindurenti.
Le prime sono quelle che, se sottoposte a calore dopo la prima lavorazione, tornano ad uno stato plastico e ad essere quindi nuovamente lavorabili (riciclabili), mentre le seconde, una volta formate, non possono più cambiare la loro forma e, se sottoposte a calore, bruciano emettendo sostanze tossiche (non riciclabili).
Questo fino ad ora. Infatti, la dottoressa Jeanette Garcia dell’Almaden Research Center di IBM ha scoperto una nuova classe di polimeri, soprannominato PHT, per un caso fortuito: durante la lavorazione di un materiale ad alta resistenza, la dottoressa ha dimenticato di aggiungere un ingrediente. Il risultato è stato qualcosa di molto diverso da quello che si aspettava. Dopo aver rotto la provetta per estrarlo, ha verificato che si trattava di un materiale praticamente indistruttibile. Da quel momento in poi una squadra di esperti è stata impegnata a lavorare sulla chimica computazionale per risalire a quale casuale percorso avesse reso possibile un tale risultato, conducendo alla creazione del nuovo materiale.
Questo nuovo materiale è resistentissimo e aggiungendo nanotubi di carbonio si è riusciti ad aumentare di un ulteriore 50% la sua già alta resistenza avvicinandosi a quella dei metalli.
I vantaggi e le possibili applicazioni sono innumerevoli; è un materiale dalla resistenza simile a quella di un metallo ma pesa molto meno, è totalmente biodegradabile, resistente ai solventi, ma la cosa più incredibile è quella che viene definita auto-guarigione. Di cosa si tratta? La nuova plastica, tagliata in due, auto-ripara la sua “ferita”. Un miracolo della chimica, in pratica.
Immagine da www.extremetech.com
I contenuti sono a cura di Davide Emanuele Betto.
Laureato in Architettura presso l’Università di Reggio Calabria, ha conseguito il dottorato di ricerca in Metodi di Valutazione presso l’Università di Napoli. Si è abilitato all’insegnamento nella classe di concorso “A033 – Educazione Tecnica nella scuola media” nel 2004 e dal 2007 è docente di ruolo. Insegna a Catania presso la Scuola secondaria di primo grado "Rapisardi-Alighieri".
Appassionato di informatica, che insegna nelle classi 2.0 e 3.0, webmaster per diletto e utilizzatore avanzato di programmi C.A.D., grafica e video produzione è autore del sito didattico di Tecnologia educazionetecnicaonline.com
Per Lattes è autore di Infinito Tecnologico, il corso di Educazione Tecnica per la Scuola secondaria di primo grado.
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