Il legno e la magia degli incastri
Il legno è uno dei materiali più nobili e apprezzati per le sue qualità estetiche, tecniche e per la quantità e versatilità dei possibili impieghi.
Ottenere oggetti complessi, però, non è semplice come per il metallo, dove il riscaldamento delle sue parti ne provoca la fusione e la miscelazione. L’unione deve quindi avvenire in altro modo, ad esempio utilizzando sistemi esterni come chiodi, viti, perni, rivetti o ancora per collaggio.
In realtà esiste una tecnica molto più antica e raffinata, frutto dell’arte sapiente di artigiani falegnami, che consente di unire pezzi di legno attraverso giunzioni perfette, senza l’utilizzo di elementi esterni e capace di garantire durevolezza e resistenza a ciò che viene realizzato.
Si tratta degli incastri. Ne esistono moltissimi e vengono utilizzati in base a ciò che si deve realizzare.
È comunque vero che molte tipologie di incastro necessitano di ulteriori rinforzi, così da fissare stabilmente e in maniera duratura la giunzione tra pezzi differenti.
Vediamo nel dettaglio le soluzioni più utilizzate, i vari sistemi per realizzarle e i loro possibili impieghi.
- Unione ad intaglio di testa
È il sistema più semplice per unire due pezzi di legno. Bisogna realizzare a mano o tramite sega a nastro due intagli perfettamente identici e speculari.
Il taglio dovrà avere una profondità pari alla metà dello spessore dei pezzi.
Viene utilizzata solitamente per telai e cornici e non reggendosi da sola, necessita di elementi esterni come colla, viti o chiodi.
- Unione con dente e canale
È un tipo di incastro in cui, su uno dei pezzi di legno, viene ricavato una sorta di canale che ha lo spessore dell’elemento da incastrare. La scanalatura può essere realizzata con una pialla o una fresatrice.
Anche in questo caso l’unione non regge da sola: va quindi utilizzata una colla o altro elemento esterno.
Questo incastro viene detto a tutto spessore se la scanalatura ha dimensione pari allo spessore dell’asse di legno o a mezzo spessore se, invece, ha dimensione pari alla metà dello spessore di questo.
A tutto spessore
A mezzo spessore
- Incastro a coda di rondine bilaterale
In questo caso, si tratta di un vero e proprio incastro autoportante, perché l’unione precedente è realizzata con tecniche più complesse sagomando, ad esempio, il dente ed il canale a coda di rondine.
In questo caso la tenuta è migliore dei casi precedenti e non è richiesto l’impiego di colla o altri elementi esterni e i due listelli possono essere facilmente sfilati per scorrimento.
- Unione a crociera
È tra gli incastri più semplice e ogni pezzo presenta un intaglio che deve avere le stesse dimensioni e la profondità pari a metà dello spessore del listello.
L’intaglio viene realizzato con il seghetto a dorso e poi con lo scalpello si elimina il materiale in eccesso.
Anche in questo caso l’unione dovrà essere completata con l’applicazione di uno strato di colla.
- Unione con tenone e mortasa
Si tratta di una delle più antiche tecniche di giunzione ad incastro composta da un maschio, il tenone, una sorta di linguetta che deve corrisponde all’alloggio dell’altro pezzo, chiamato mortasa.
È utilizzato soprattutto per unire pezzi che formano angoli di 90° e la giunzione deve essere poi incollata o fissata con chiodi per bloccarla.
- Unione intermedia a mezzo spessore
Molto simile all’unione ad intaglio di testa, ma i pezzi in questo caso sono uniti ad incrocio.
Un pezzo sarà dotato di un dente di mezzo spessore, mentre l’altro presenterà un intaglio sempre di mezzo spessore. Nel primo caso si utilizzerà una sega a nastro mentre nel secondo caso, per togliere il materiale eccedente, uno scalpello.
La resistenza è molto scarsa, per cui la giunzione dovrà essere rinforzata con chiodi e uno strato di colla.
- Unione a mascella
Per aumentare la resistenza rispetto all’unione a mezzo spessore, viene utilizzata questa tecnica che crea un incavo il cui spessore interno deve essere pari a un terzo dello spessore del listello.
- Unione a mascella vista
Come nell’unione a mascella, in questo caso l’incavo con spessore di un terzo del listello, viene realizzato nella parte terminale di quest’ultimo e il tenone rimane a vista e non sarà nascosto all’interno della mortasa.
- Unione intermedia a mezzo spessore con coda di rondine
Si tratta di una variante dell’unione intermedia a mezzo spessore, dove il listello viene sagomato a coda di rondine. Il vantaggio è che, il collegamento ha una maggiore solidità non essendo sfilabile in senso orizzontale.
La resistenza dell’incastro è conferita sempre dalla colla e può essere aumentata utilizzando chiodi o viti.
- Incastro a calettatura
È un incastro molto simile a quello a dente e canale: il dente in questo caso dovrà avere uno spessore uguale 1/3 di quello dell’asse.
Può essere realizzato con l’uso della fresatrice, ma anche in questo caso sarà necessario l’uso della colla per il fissaggio definitivo.
- Unione rinforzata
È un sistema che consente una buona stabilità unendo diversi listelli dotati di calettatura. Se l’unione viene realizzata a coda di rondine si potrà evitare l’impiego della colla.
- Unione con linguetta riportata
È molto simile a quella a dente canale ma in questo caso i due pezzi avranno entrambi un canale con uno spessore di 1/3 di quello dell’asse.
Verrà utilizzata una linguetta di legno della dimensione dei canali da unire che potrebbe essere realizzata con un legno differente ad esempio più duro, ma il tutto dovrà essere incollato.
- Unione con inserti a coda di rondine
È un metodo molto utile per l’unione longitudinale tra assi a filo piano. È un incastro piuttosto complesso che va eseguito con precisione e accuratezza.
Si realizzano prima gli intagli per gli inserti a coda di rondine e, una volta ricavata la sagoma, si scava con lo scalpello. Al termine, una volta alloggiati, gli inserti a coda di rondine vanno incollati.
- Incastro con tenoncini squadrati a tutto spessore
Questo tipo di incastro si utilizza per unire perpendicolarmente due pezzi che dovranno sopportare pesi notevoli. Si ricavano per primi i tenoncini squadrati a tutto spessore con un seghetto e uno scalpello, e successivamente le mortase sul pezzo opposto.
È bene sempre utilizzare anche in questo caso delle colle.
• Unione a merlatura
Questo tipo di unione prende il nome dalla somiglianza con le torri merlate dei castelli, infatti i denti sono della stessa lunghezza dello spessore dell’asse che devono attraversare. È piuttosto semplice da realizzare grazie all’uso di un seghetto e uno scalpello e i pezzi vanno comunque incollati.
- Unione a coda di rondine
È un tipo di incastro che viene utilizzato in falegnameria per le unioni d’angolo perché fornisce maggiore qualità rispetto ad altri tipi di incastro.
La caratteristica è data dalla forma dei denti che sono a coda di rondine ossia trapezoidali. La lunghezza dei denti deve essere pari allo spessore della tavola nella quale alloggiano.
È piuttosto complessa da eseguire e va realizzata con scalpelli e utensili a mano e richiede grande abilità.
- Unione con smusso dentato
È una tecnica molto utilizzata nel restauro dei mobili che a causa della complessa sagoma dei pezzi permette di ottenere degli ottimi risultati sia dal punto di vista della resistenza che di quello estetico.
Realizzare gli smussi è piuttosto complesso e richiede grande abilità e precisione.
- Unione a spinatura tonda
È sicuramente tra le tecniche di giunzione più diffuse da realizzare. Consiste nell’unione dei moduli di legno tramite spine di legno (piccoli cilindri) che dovranno essere inserite in dei fori praticati sui due pezzi da unire.
L’unione permanente avviene attraverso l’uso di colla ed è molto importante fare attenzione al diametro delle spine che devono corrispondere perfettamente con il foro per evitare di indebolire il pezzo.
- Unione a spinatura piana
È una tecnica che riprende lo stesso principio e meccanismo della spinatura tonda, ma al posto delle spine vengono usati dei dischi ovali o ellittici in legno.
La tenuta, in questo caso, è notevole perché è maggiore la superficie di unione rispetto a quella delle spine.
- Unione angolare con ugnatura
È un taglio di sguincio a 45° sulla testa dei pezzi da unire al quale si aggiunge un tenone per garantire una maggiore solidità.
Viene utilizzata normalmente per le cornici o per pezzi perpendicolari con taglio a 45°.