Luce dagli alberi
Un designer olandese, Daan Roosegaarde, basandosi sugli studi del biologo molecolare Alexander Krichevsky, sta portando a termine la realizzazione dei primi alberi luminescenti, noti con il nome di Glowing Trees.
Questo studio fa parte di una serie di esperimenti che differenti università e laboratori scientifici conducono da tempo, per creare piante in grado di emettere luce spontaneamente come altri esseri sul nostro pianeta.
La bioluminescenza è un fenomeno naturale già conosciuto da tempo e manifesto in differenti specie naturali, quali le lucciole, i batteri e la sepiolida, una piccola seppia che vive nelle profondità oceaniche.
Prima di addentrarci nella trattazione dell’argomento, bisogna far chiarezza sulla differenza che esiste tra luminescenza e fluorescenza.
La prima rappresenta quel fenomeno provocato dalla luciferina, sostanza organica che emette luce entrando in reazione con un enzima capace di accelerare la reazione chimica necessaria, dando vita al fenomeno chiamato luciferasi.
La seconda rappresenta quel fenomeno che si manifesta quando un essere vivente assorbe luce di una certa frequenza (colore) e ne emette una di frequenza (colore) diversa.
Le modalità con cui gli esseri viventi emettono luce sono diverse: alcuni la producono spontaneamente generando i composti di cui precedentemente, altri li assorbono mangiandoli mentre altri, infine, entrano in simbiosi con batteri diventando essi stessi produttori di luce.
Gli scienziati mirano a trasformare esseri incapaci di generare luce in entità capaci di farlo, attraverso modificazioni del DNA del soggetto ricevente.
La procedura consta di tre fasi:
- progettazione, durante la quale viene creata la precisa sequenza del DNA;
- stampa, durante la quale viene stampata a laser la sequenza creata;
- trasformazione, durante la quale viene modificata la sequenza per renderla compatibile con l’organismo di destinazione.
Oggi, gli scienziati, basandosi sulle conoscenze fin qui acquisite, stanno sperimentando questi processi su un sistema di piante, creando così, dei veri e propri alberi luminosi.
Quali sono gli scopi di tali esperimenti?
L’idea è quella di ridurre drasticamente l’inquinamento ambientale, soprattutto in ambito urbano, attraverso l’uso di queste piante luminose in grado di fornire luce alle strade senza l’uso di energia.
Molti sono i detrattori di queste sperimentazioni, a causa degli interventi basati sulla modificazione del DNA delle piante, ma tali critiche stanno pian piano rientrando in quanto gli esperimenti non comportano il danneggiamento delle specie soggette alla modificazione genetica e dell’ambiente che li circonda.
A riprova di questa tesi, il benestare del Dipartimento di Agricoltura americano che sottende al controllo di queste pratiche confermando l’assoluta innocuità dei processi di bioluminescenza.
Altri studi, oltre quello di Daan Roosegaarde, sono in corso in diverse parti del pianeta: i più interessanti, sono quelli condotti dall’imprenditore Antony Evans sulla pianta Arabidopsis thaliana, capace di emettere una luce blu e quello dell’Università Nazionale Cheng Kung di Taipei, dove scienziati hanno impiantato particelle d’oro sulle foglie della Bacopa Caroliniana in modo che questa, in combinazione con i raggi ultravioletti emessi dal sole, produca una luce rossastra.