Soil Sealing: il terreno di cemento

L’European Environment Agency ha rilevato che dalla metà degli anni ′50 ad oggi l’area edificata in Europa è cresciuta del 78%.
Solo in Italia, ogni giorno, 16 ettari di superficie vengono antropizzati dalla cementificazione e dalla crescita delle aree urbane.

Questo fenomeno, che colpisce in maniera trasversale tutto il pianeta, è noto come Soil Sealing, letteralmente "impermeabilizzazione del suolo", e i suoi effetti sono facilmente riscontrabili all’interno delle nostre città, ogni anno sempre più calde e umide.
Nei mesi estivi le strade dei centri urbani hanno una temperatura di 4-5 gradi in più rispetto a zone a bassa cementificazione.

Il Soil Sealing impedisce la normale traspirazione del terreno, portandolo a inaridirsi, impermeabilizzarsi e degradarsi, facendogli perdere la propria fertilità, biodiversità e la sua efficacia nella cattura del carbonio favorendo così i cambiamenti climatici.

Perdendo la sua naturale capacità traspirante, esso diventa incapace di agire come filtro per abbassare la temperatura, come avviene invece naturalmente nelle aree particolarmente ricche di vegetazione.
Inoltre, l’asfalto e il cemento assorbono molto più calore rispetto all’equivalente di terreno naturale per cui riscaldandosi maggiormente rilasciano più calore che di fatto contribuisce ad aumentare la temperatura dell’aria circostante riducendo l’escursione termica tra il giorno e la notte.

L’azione dei condizionatori, delle auto e di tutti gli altri apparati utilizzati in città creano poi un effetto di amplificazione che ci porta a percepire i nostri centri urbani sempre più roventi e asfissianti.

Questo fenomeno purtroppo è destinato a consolidarsi poiché, come indicato dal World Cities Report delle Nazioni Unite, l’attuale densità urbana dovrebbe passare dal 56,2% al 60,4% entro il 2030. Questo sviluppo sarà guidato da città localizzate nelle aree meno sviluppate dell’Asia orientale e dell’Africa che da sole contribuiranno al 96% della crescita dell’urbanizzazione a livello globale.

La cementificazione selvaggia è così grave da aver costretto l’ONU e la Comunità europea a varare  nuove norme a tutela del suolo.
L’obiettivo dichiarato è quello di azzerare entro il 2050 il consumo netto di suolo, ossia la differenza tra lo spazio consumato e quello restituito alle funzioni naturali.

Ovviamente, ancora una volta, la soluzione a questo problema tipicamente umano ci viene dalla natura: basterebbe accrescere la quantità di spazi verdi all’interno delle nostre città e migliorare l’uso e la quantità di quello dedicato alle attività agricole.

L’ONU spera di poter raggiungere due obiettivi chiave: da un lato allineare il consumo di terreni alla crescita demografica reale della popolazione, dall’altro realizzare il pareggio o meglio un avanzo di bilancio tra riduzione e cementificazione del suolo e il recupero della sua superficie e produttività biologica.

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