Batteria a uovo

A livello internazionale è in corso una competizione, non dichiarata apertamente, volta a risolvere uno dei maggiori problemi che affliggono i dispositivi elettronici più utilizzati: stiamo parlando ovviamente delle batterie.

Silicio, grafene e nuovi altri elementi sono gli ingredienti utilizzati dagli scienziati per risolvere questo genere di difficoltà. Dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) giunge una nuova possibilità: nanoparticelle con struttura ad uovo.

battery
 

 L’idea è quella di creare batterie la cui struttura sia in grado di preservarsi dalle problematiche più classiche (debolezza strutturale, fuoriuscita dell’elettrolito, breve durata) attraverso l’uso di particelle microscopiche la cui struttura esterna ricorda quella di un uovo. Il guscio è realizzato in doissido di titanio, mentre l’interno (distaccato dal guscio) è composto da alluminio. “Tuorlo” e “guscio” sono separati in modo tale che l’espansione del primo durante l’uso non vada a danneggiare il secondo.

Se il tuorlo ad alluminio misura 50 nanometri e lo spessore del guscio di biossido di titanio è di soli 3-4 nanometri, la capacità di questo piccolo oggetto arriva invece a misurare 1,2 amperora per grammo, capacità di molto superiore rispetto agli 0,35 amperora di una classica batteria al litio con grafite.
Oltre ad una durata fino a tre volte superiore rispetto ad una normale batteria, questa soluzione assicurerebbe un ulteriore vantaggio: la velocità di ricarica, che pare possa ritenersi completa in soli 6 minuti.
Sono molti i pareri e le considerazioni legate a tale scoperta. Il prof. David Lou, della Nanyang Technological University di Singapore, ha affermato di apprezzare in particolar modo la semplicità e la grande realizzabilità del processo, lodando inoltre le “impressionanti prestazioni” che queste particelle sono in grado di fornire in laboratorio.

 

 

Immagine da www.tomshw.it

 

Terzo anno scolastico

  • Creato il

S. LATTES & C. EDITORI S.p.A.©