Cimon il botnauta sulla ISS
Si chiama ISS ed è l’acronimo di Stazione Spaziale Internazionale. Essere astronauti su questa base spaziale, richiede caratteristiche di coraggio, forza e preparazione non indifferenti. Per ottenere questi risultati, gli aspiranti astronauti devono sottoporsi a estenuanti sedute di formazione, allenamenti, studi che li prepareranno ad affrontare situazioni imprevedibili. Queste caratteristiche sono state inserite nell’intelligenza artificiale di CIMON, un androide astronauta che opera su questa Stazione orbitante.
CIMON ha due ruoli: assistere gli astronauti umani nelle loro attività di routine e, nei momenti di pausa, fare loro da compagno di viaggio, chiacchierando quando necessario, interagendo con loro nei momenti di solitudine o facendo ascoltare della musica e giocando con giochi interattivi digitali.
Ma si sa, sulla stazione spaziale, manca la gravità. Questo è stato il primo dei problemi che i realizzatori hanno dovuto affrontare. La struttura a guscio del robot, è realizzata in materiale sintetico morbido, capace di assorbire gli urti e non danneggiare le parti interne con circuiti e microprocessore. La sua stessa forma è rotonda in modo da evitare grossi danni in caso di urti contro altri oggetti o umani in prossimità. E’ capace di muoversi in una situazione di micro-gravità, al fine di potersi spostare all’interno della stazione in assoluta sicurezza ed autonomia. CIMON è in grado di spostarsi in tutti gli ambienti evitando apparecchiature, oggetti e persone presenti intorno a lui. Per gli spostamenti utilizza le due telecamere che sono montate sulla sua struttura. In pratica, utilizzando le immagini stereografate, calcola in tempo reale le distanze ed i percorsi ed è così in grado di spostarsi in qualunque ambiente anche se questo dovesse essere riconfigurato completamente. Per lo spostamento, utilizza ben 14 ventole interne che aspirano e soffiano aria nella direzione necessaria. Le capacità di spostamento in micro-gravità sono state acquisite dopo lunghe sessioni di addestramento all’interno di speciali aerei che dopo essere saliti ad altissima quota, si sono lanciati in una discesa rapidissima annullando quasi del tutto la forza di gravità. Inizialmente, CIMON sbatteva da una parte all’altra dell’aereo, perché era stato progettato per lavorare a gravità zero, quindi all’interno dell’aereo non essendo annullata del tutto, quel residuo era sufficiente per mandarlo in tilt. Riprogrammato per la corretta situazione, CIMON ha superato tutti i test con disinvoltura.
E’ anche in grado di riconoscere gli esseri umani dagli altri oggetti. Anzi è in grado di comprendere con buona percentuale di successo, il sesso e l’età. Per il momento riconosce con assoluta precisione solo il suo addestratore, l’astronauta Alexander Gerts, perché gli sono state somministrate centinaia di foto con condizioni di luce ed espressioni del volto molto diverse le une dalle altre. Si chiama Watson il sistema di riconoscimento dei volti sviluppato da IBM che consente anche di ascoltare la voce dei propri interlocutori, comprenderne il significato e rispondere agli stimoli proposti. In questo modo, CIMON, isola lo spazio circostante molto rumoroso della stazione spaziale, concentrando la sua percezione solo sulla voce degli astronauti e agendo di conseguenza alle richieste, ossia mostrando informazioni, dialogando o riproducendo un brano musicale.
L’intelligenza artificiale di cui è dotato, è molto sofisticata. CIMON è in grado di riconoscere le espressioni del volto e le sensazioni in base al tono di voce di chi le pronuncia. In questo modo è in grado di rispondere opportunamente in ogni situazione. Inoltre, è dotato di una propria sensibilità e carattere che gli consentono un discreto ambito di autonomia nell’interazione con l’essere umano. E’, quindi, in grado di fare battute o di rispondere ironicamente in base alla situazione reale. In questo modo, CIMON, diventa un compagno ideale nei momenti di isolamento e nell’infinito silenzio dello spazio per ciascuno dei membri dell’equipaggio.
Immagini da www.meteoweb.eu
A cura di Davide Emanuele Betto.