Arriva dagli Stati Uniti ed esattamente dall’Università della Pennsylvania, l’ultima follia nel campo dei droni, ad opera di un gruppo di studiosi guidati dal ricercatore Mark Yim.
Tutti ormai sappiamo cos’è un drone; in pratica si tratta di un piccolo oggetto volante mosso da più eliche, normalmente 4, capaci di farlo sollevare verticalmente e spostarsi molto agevolmente lungo percorsi anche complessi. Questi, vengono pilotati attraverso un radiocomando, oppure come va di moda oggi, attraverso una App installata sul proprio smartphone capace di interfacciarsi con i sensori del velivolo.
Si chiama ModQuad e non è un semplice drone, ma un insieme di piccoli droni capaci di assemblarsi e di collaborare per la realizzazione di un lavoro. Ogni drone, dalla forma quadrangolare, è dotato agli estremi, quindi sugli otto spigoli, di potenti magneti capaci, quando i sistemi sono vicini tra di loro, di agganciarli come avveniva nei cartoni animati giapponesi per i componenti del famosissimo Jeeg Robot d’Acciaio.
La connessione tra queste unità singole può creare complessi sistemi capaci di moltiplicare la forza di sollevamento di ognuno di essi.
Ogni modulo è composto da quattro rotori ed è racchiuso all’interno di una gabbia di fibra di carbonio con i magneti posti sugli spigoli, che consentono al sistema di formare complesse strutture capaci di mantenere perfettamente la stabilità di volo.
Il lavoro di progettazione e la risoluzione dei problemi non è ancora completa, ma i risultati fin qui raggiunti dal team di sviluppo, consentono di ben sperare. Le possibili applicazioni sono tante: ad esempio la possibilità di sollevare oggetti anche pesanti attraverso la collaborazione di più moduli assemblati, oppure la possibilità di raggiungere luoghi inaccessibili per un grande drone, dove poi assemblarsi e ottenere un risultato che il singolo non potrebbe ottenere da solo. Inoltre, il sistema dovrebbe garantire il proprio funzionamento anche in presenza di malfunzionamento di un elemento del gruppo.
Vedremo quali saranno le applicazioni future che questi piccoli droni magnetici potranno realizzare al completamento del loro sviluppo.
Immagini da www.modlabupenn.org www.grasp.upenn.edu
I contenuti sono a cura di Davide Emanuele Betto.
Laureato in Architettura presso l’Università di Reggio Calabria, ha conseguito il dottorato di ricerca in Metodi di Valutazione presso l’Università di Napoli. Si è abilitato all’insegnamento nella classe di concorso “A033 – Educazione Tecnica nella scuola media” nel 2004 e dal 2007 è docente di ruolo. Insegna a Catania presso la Scuola secondaria di primo grado "Rapisardi-Alighieri".
Appassionato di informatica, che insegna nelle classi 2.0 e 3.0, webmaster per diletto e utilizzatore avanzato di programmi C.A.D., grafica e video produzione è autore del sito didattico di Tecnologia educazionetecnicaonline.com
Per Lattes è autore di Infinito Tecnologico, il corso di Educazione Tecnica per la Scuola secondaria di primo grado.
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