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Sfera luminosa che rappresenta un campo magnetico o un reattore a fusione nucleare ispirato alla Terra, concetto futuristico di energia pulita.

Il reattore a fusione che imita la Terra

Da sempre la fusione nucleare è considerata la chiave per un’energia pulita e inesauribile. Ma renderla stabile sulla Terra è una sfida enorme.
La startup americana OpenStar propone una soluzione originale: un reattore a fusione compatto ispirato al campo magnetico terrestre.
Un’idea brillante che guarda alla natura per affrontare una delle più grandi sfide scientifiche del nostro tempo.

Un’energia ispirata al pianeta

Da decenni la fusione nucleare rappresenta il “Santo Graal” dell’energia: una reazione potentissima, simile a quella che avviene nel cuore delle stelle, ma difficile da controllare sulla Terra. I grandi reattori puntano su complessi campi magnetici toroidali per contenere il plasma ad altissime temperature. OpenStar, invece, ha scelto una strada diversa: replicare in miniatura il comportamento del campo magnetico terrestre per contenere e stabilizzare la reazione.

Il campo magnetico terrestre, generato dai moti convettivi del ferro liquido nel nucleo esterno della Terra, forma una struttura protettiva chiamata magnetosfera. Questa devia i venti solari e protegge il nostro pianeta dalle radiazioni cosmiche.

OpenStar ha preso ispirazione da questa architettura naturale per progettare un reattore a fusione compatto e potenzialmente più sicuro. Utilizzando una configurazione sferica, simile alla magnetosfera, le linee del campo magnetico avvolgono il plasma in modo naturale, riducendo il rischio di instabilità e dispersioni energetiche, senza la necessità di strutture rigide o materiali superconduttori estremi.

Invece di costringere la materia a comportarsi in modo artificiale, questo approccio cerca di assecondarne il movimento naturale, sfruttando la stessa logica che tiene al sicuro il nostro pianeta dallo spazio.

Un futuro più vicino di quanto pensiamo

Il prototipo di OpenStar è ancora in fase di sviluppo, ma i risultati iniziali sono promettenti. Se la tecnologia dimostrasse di poter funzionare in modo stabile ed efficiente, potrebbe cambiare radicalmente il panorama energetico mondiale.
Parliamo di una fonte praticamente inesauribile, senza emissioni nocive, e con scorie radioattive minime, molto diverse da quelle prodotte dalla fissione.

Immaginare un reattore a fusione installabile su scala locale, magari in un piccolo edificio o in una città, è oggi meno fantascientifico di quanto potesse sembrare solo pochi anni fa. E se OpenStar avrà successo, potremmo davvero entrare in una nuova era dell’energia pulita e distribuita.

Non si tratta semplicemente di copiare ciò che la natura fa da miliardi di anni, ma di entrare in sintonia con i suoi processi, comprenderli a fondo e trasformarli in soluzioni tecnologiche sostenibili. È un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, a trarre ispirazione dai fenomeni naturali per immaginare un futuro in cui l’innovazione non contrasta con l’ambiente, ma ne diventa alleata.

09 Maggio 2025

L' autore

I contenuti sono a cura di Davide Emanuele Betto.
Laureato in Architettura presso l’Università di Reggio Calabria, ha conseguito il dottorato di ricerca in Metodi di Valutazione presso l’Università di Napoli. Si è abilitato all’insegnamento nella classe di concorso “A033 – Educazione Tecnica nella scuola media” nel 2004 e dal 2007 è docente di ruolo. Insegna a Catania presso la Scuola secondaria di primo grado "Rapisardi-Alighieri".
Appassionato di informatica, che insegna nelle classi 2.0 e 3.0, webmaster per diletto e utilizzatore avanzato di programmi C.A.D., grafica e video produzione è autore del sito didattico di Tecnologia educazionetecnicaonline.com
Per Lattes è autore di Infinito Tecnologico, il corso di Educazione Tecnica per la Scuola secondaria di primo grado.

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