Hannes la mano robotica

Sempre più spesso si parla dell’Italia associata alla robotica. L’Inail e l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), con un progetto congiunto, hanno sviluppato una nuova mano robotica perfettamente funzionante chiamata Hannes sviluppata dal Rehab Technologies Lab.

 I vantaggi sono molteplici e questa protesi rappresenta un grande passo avanti nel settore; infatti, la mano Hannes vanta una durata della batteria di un’intera giornata, di molto superiore alla precedente versione, una migliore capacità di presa e migliori prestazioni e un costo ridotto di circa il 30% rispetto alla precedente protesi robotica.

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Innestare l’arto a chi ha perso il braccio o la mano non necessita di intervento chirurgico e permette di restituire alle persone menomate circa il 90% delle proprie funzionalità perdute. La mano è progettata per far si che venga percepita non con una protesi, quindi una parte aggiunta al corpo, bensì come una parte del corpo stesso. Il suo sistema di controllo infatti risponde a impulsi elettrici che provengono dalla contrazione dei muscoli rimasti nella parte residua dell’arto e utilizza algoritmi di intelligenza artificiale capaci di interpretare le necessità di chi la sta indossando.

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Questo rende la mano robotica comandabile della persona semplicemente pensando ai movimenti naturali che avrebbe fatto con la propria mano, e questo, senza necessità di alcun trattamento chirurgico invasivo.
Un sistema meccanico studiato dall’Inail e dall’Istituto Italiano di Tecnologia è chiamato DAG acronimo di Dynamic Adaptive Grasp, e consente un movimento molto naturale delle dita, le quali hanno forza e presa regolabili in base alla forma e al peso dell’oggetto e sono capaci anche di resistere a eventuali sollecitazioni esterne. Permettono così di duplicare, o meglio, replicare la gestualità e le funzionalità di un arto naturale utilizzando un singolo motore.
Le dita si piegano come quelle naturali e possono assumere posture anche in fase di riposo molto naturali, il pollice in particolare si può orientare in tre direzioni ed il polso invece in cinque posizioni in modo da a replicare quasi tutti i movimenti che una mano naturale compie.

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Il nome che è stato assegnato a questa mano robotica, è un omaggio al professor Hannes Schmidl, il quale avviò per primo l’attività di ricerca sulle protesi sostitutiva delle mani. Le mani robotiche saranno commercializzate o rese disponibili ai pazienti in due diverse taglie e in versione destra e sinistra. Inoltre sarà dotata di differenti soluzioni estetiche con guanti di rivestimento diversificati per uomo e donna.

 

 

Immagini da stream24.ilsole24ore.com

A cura di Davide Emanuele Betto.

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