Energy dome, una batteria all'anidride carbonica
Un progetto innovativo che mira alla decarbonizzazione dell’industria energetica nel più breve tempo possibile e capace di contribuire a rendere l’Italia autonoma dal punto di vista energetico è il frutto degli studi e delle innovazioni di Energy Dome, la startup italiana tecnologica di accumulo di energia a lunga durata, vincitrice del concorso tecnologico Bloomberg New Energy Finance Pioneers 2022.
Ma di cosa si tratta?
Una batteria alla CO2 capace di stoccare l’energia diurna nelle batterie per i momenti in cui la produzione cala o si interrompe, a meno della metà del costo delle grandi batterie a ioni di litio poiché utilizza biossido di carbonio, perfetto per immagazzinare elettricità a costi contenuti. Infatti è uno dei pochi gas presenti in natura condensabili e conservabili come un liquido a pressione, a temperatura ambiente.
La tecnologia è quella denominata Liquid Air Energy Storage (LAES) che utilizza elettricità per far raffreddare l’aria fino a quando questa non viene liquefatta.
La liquefazione della CO2 richiede molta energia, ma riportandola alla sua forma gassosa ne recupera il 70-75% e lo fa senza degrado delle prestazioni.
L’impianto Energy Dome consente inoltre l’accumulo ad alta densità, senza utilizzare le temperature bassissime del sistema LAES, definite criogeniche.
Vediamone il funzionamento così come viene descritto nella documentazione tecnica del sistema.
Quando la batteria opera in modalità di ricarica il sistema preleva energia elettrica dalla rete elettrica, che alimenta un motore. Il motore aziona un compressore che preleva CO2 dal duomo (un’enorme struttura portagas a forma di cupola) e la comprime, generando calore che viene immagazzinato in un dispositivo di accumulo di energia termica. La CO2 viene quindi liquefatta sotto pressione e conservata in contenitori di CO2 liquida, a temperatura ambiente, per completare il ciclo di carica.
Durante la scarica, il ciclo viene invertito facendo evaporare la CO2 liquida, recuperando il calore dal sistema di accumulo di energia termica ed espandendo la CO2 calda in una turbina, che aziona un generatore. L’elettricità viene restituita alla rete e la CO2 rigonfia la cupola senza emissioni in atmosfera, pronta per il prossimo ciclo di ricarica.
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Il primo impianto di questo genere, che combina questa tecnologia di accumulo con gli impianti solari ed eolici, sorgerà in Sardegna; seguiranno 30 strutture in Italia, Medioriente, Africa e Germania.
Il sistema Energy Dome offre prestazioni eccezionali ad alta efficienza e un costo di stoccaggio molto contenuto per accumuli compresi tra 3 e 16 ore.
L’essere stati selezionati, inoltre, come vincitori del BNEF Pioneers 2022 sottolinea l’importanza e la qualità del prodotto realizzato con componenti standard molto efficienti e in grado di contribuire significativamente al processo di transizione energetica e decarbonizzazione dei processi produttivi, consentendo di rimpiazzare definitivamente i combustibili fossili.
Foto cover: Shutterstock
Il primo impianto di questo genere, che combina questa tecnologia di accumulo con gli impianti solari ed eolici, sorgerà in Sardegna a cui seguiranno 30 strutture in Italia, Medioriente, Africa e Germania.
Il sistema Energy Dome offre prestazioni eccezionali ad alta efficienza e un costo di stoccaggio molto contenuto per accumuli compresi tra 3 e 16 ore.
L’essere stati selezionati, inoltre, come vincitori del BNEF Pioneers 2022, sottolinea l’importanza e la qualità del prodotto realizzato dalla società che utilizza componenti standard molto efficienti e in grado di contribuire significativamente al processo di transizione energetica e decarbonizzazione dei processi produttivi, consentendo di rimpiazzare definitivamente i combustibili fossili.