Kirigami, tradizione e innovazione
Quella giapponese è una cultura millenaria ricca di tradizioni e di arti tanto antiche quanto raffinate, fonte di ispirazione per artisti di tutto il mondo, ma anche oggetto di studi scientifici e futuristici.
Tutti conoscono l’arte dell’origami, ossia l’arte del piegare la carta per creare figure come animali, simboli, costruzioni. Un’altra arte nipponica sicuramente meno nota, ma non meno importante e raffinata, è il kirigami: il termine deriva dalla combinazione di due parole giapponesi, kiru (tagliare) e kami (carta).
Kirigami, Shutterstock
È una tecnica molto antica; si ipotizza fu utilizzata per la prima volta dai monaci giapponesi al fine di realizzare delle offerte da donare agli dei, ma pare che solo nel XVII secolo questa tecnica fu riconosciuta come una vera e propria forma d’arte nella cultura asiatica.
In questo periodo nasce anche il bunraku, il teatro dei burattini giapponesi dotati di parti mobili spesso costruiti con la tecnica del kirigami.
Si pensa che la sua origine abbia radici in Cina dove la carta venne inventata intorno all’anno 105.
Nel VI secolo i cinesi iniziano ad utilizzare carta colorata per creare intagli decorativi in una tecnica conosciuta con il nome di jiǎnzhǐ. È molto probabile che i giapponesi si siano ispirati proprio al jiǎnzhǐ nel VII secolo quando iniziarono a tagliare la carta utilizzando fibre di gelso immerse prima in acqua, poi assottigliate e filtrate a mano creando un altro degli elementi tradizionali giapponesi ossia la carta washi.
Questa tecnica giunge a noi nel secolo scorso, attraverso una pubblicazione dell’artista Florence Maria Temko del 1962 per diffondersi poi rapidamente soprattutto negli Stati Uniti.
Inizialmente era una tecnica e una forma d’arte riservata solo alle classi benestanti perché la carta era troppo costosa, mentre oggi è accessibile a tutti e la sua diffusione è molto più capillare.
La tecnica prevede che il kirigami venga realizzato da un singolo foglio di carta attraverso più pieghe. A seconda della tecnica utilizzata e della modalità di taglio è possibile ottenere immagini tridimensionali oppure piatte.
Ma a parte la bellezza, l’originalità, l’incredibile varietà di oggetti e soluzioni realizzabili, vi starete chiedendo cosa c’entra l’arte antica del kirigami con la tecnologia.
Semplice: anche da un pezzo di carta piegato e tagliato, gli scienziati e gli studiosi possono trarre ispirazione. Ed è quello che è accaduto nella scuola di ingegneria e scienze applicate dell’Università di Harvard dove, osservando l’arte del kirigami, sono state sviluppate un insieme di regole matematiche per trasformare un foglio in qualunque forma bidimensionale o tridimensionale.
Queste regole sono alla base della progettazione e realizzazione di materiali innovativi particolarmente elastici che possono modificarsi senza degradarsi. Utilizzando queste informazioni i ricercatori si sono messi all’opera per realizzare nuovi materiali conduttori capaci di allungarsi, piegarsi e stropicciarsi senza strapparsi mai permettendo, così, di realizzare nuovi tessuti o rivestimenti per dispositivi elettronici indossabili.
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