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I sentimenti dei robot

Le emozioni sono parte fondante e fondamentale dell’essere umano, che riesce a comunicare anche solo tramite espressioni facciali, sguardi e gesti ciò che pensa, o meglio ciò che “sente”. Cartesio associò le emozioni ad un primordiale “esprit de bête”, un retaggio animale che nulla aveva a che fare con il cogito più squisitamente cerebrale. Questo dualismo filosofico venne studiato e approfondito dalla scienza di Darwin che imputò alle emozioni non solo un carattere adattativo, e quindi legato ad una comunicazione non-verbale, ma anche fisiologico e dunque automatico, strettamente associabile all’istinto di sopravvivenza e alla necessità di processare e di trasmettere un’informazione il più velocemente possibile.
Un così complesso meccanismo può essere “insegnato” ai robot?

 

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I robot del futuro

L'integrazione tra i robot e gli essere umani è sempre stata piuttosto complessa e anche difficile da realizzare, perché frutto di esperienze estemporanee e non di progetti di ampio respiro e a lungo termine. Inoltre, questo, è sempre stato visto, e molte volte a ragion veduta, come un pericolo per gli esseri umani perché capace di sostituirlo nel lavoro e quindi fonte di licenziamenti, riduzione di compenso, declassamento in ruoli meno importanti.

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Il ritorno di Goldrake?

Tutti conosciamo il Elon Musk, il visionario miliardario dalla cui mente sono nati progetti quali Tesla, l’auto a guida autonoma, SpaceX il vettore i voli spaziali turistici, Hyperloop One il supertreno a levitazione magnetica capace di superare I 1000 km/h all’interno di un tunnel. La sua mente geniale continua a partorire idee e progetti e la sua forza economica a concretizzarli.

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Dedalo oggi: dare le ali ad un robot

Il desiderio di volare è stato per millenni motore propulsore di idee e prototipi che cercassero di imitare il più fedelmente possibile l’incedere aereo di uccelli ed insetti. Lo stesso Leonardo Da Vinci ha dedicato metà della sua vita a studiare i volatili e a comprendere le leggi che ne permettono il moto aereo per tentare di riprodurlo. Bozzetti, schizzi e teorie sono racchiusi nel suo “Codice del volo degli uccelli”, dove intuì ma, con suo grande rimpianto, non realizzò quello che poi in futuro alcuni credono sarebbe stato il primo aeroplano. 

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L'intelligenza artificiale? Elementare Watson!

Abbiamo già parlato di CIMON, il simpatico robot che svolge tante mansioni sulla ISS, ossia la Stazione Spaziale Internazionale. Mosso da un’intelligenza artificiale, CIMON assiste gli astronauti, parla con loro, gioca e li collabora durante tutte le loro operazioni. Riesce a spostarsi tranquillamente anche in assenza di gravità e il segreto per tutto ciò è il suo incredibile cervello sviluppato dalla IBM e come abbiamo detto, prende il nome di Watson. Si tratta di un grande passo avanti verso l’intelligenza artificiale ma le dimensioni di questo cervello sarebbero troppo grandi per poter entrare nella piccola struttura di CIMON.

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Cimon il botnauta sulla ISS

Si chiama ISS ed è l’acronimo di Stazione Spaziale Internazionale. Essere astronauti su questa base spaziale, richiede caratteristiche di coraggio, forza e preparazione non indifferenti. Per ottenere questi risultati, gli aspiranti astronauti devono sottoporsi a estenuanti sedute di formazione, allenamenti, studi che li prepareranno ad affrontare situazioni imprevedibili. Queste caratteristiche sono state inserite nell’intelligenza artificiale di CIMON, un androide astronauta che opera su questa Stazione orbitante.

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Tutti costruttori di rover

I rover, sono quei mezzi spaziali capaci di muoversi su qualunque superficie e su qualunque pianeta per effettuare delle esplorazioni. Famosissimo Curiosity, il rover atterrato sulla superficie di Marte che ci ha inviato una quantità incredibile di immagini e informazioni sul pianeta più vicino alla Terra. Proprio per incoraggiare studiosi e scienziati di tutto il mondo a lavorare su questa tecnologia, la NASA, l’ente spaziale americano, ha finalmente reso disponibile il kit di istruzioni, i disegni e i piani per poter realizzare il proprio personalissimo mezzo spaziale.

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L' autore

I contenuti sono a cura di Davide Emanuele Betto.
Laureato in Architettura presso l’Università di Reggio Calabria, ha conseguito il dottorato di ricerca in Metodi di Valutazione presso l’Università di Napoli. Si è abilitato all’insegnamento nella classe di concorso “A033 – Educazione Tecnica nella scuola media” nel 2004 e dal 2007 è docente di ruolo. Insegna a Catania presso la Scuola secondaria di primo grado "Rapisardi-Alighieri".
Appassionato di informatica, che insegna nelle classi 2.0 e 3.0, webmaster per diletto e utilizzatore avanzato di programmi C.A.D., grafica e video produzione è autore del sito didattico di Tecnologia educazionetecnicaonline.com
Per Lattes è autore di Infinito Tecnologico, il corso di Educazione Tecnica per la Scuola secondaria di primo grado.

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Lattes Editori pubblica libri di testo per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Il catalogo offre agli insegnanti e agli studenti titoli sempre aggiornati sull’attività didattica e sulle nuove piattaforme multimediali per la scuola.
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